Fasano – La passione fa vibrare l’anima, trova la via d’uscita nella parola e poi penetra nelle viscere, scuotendo i corpi che diventano essi stessi terreno di battaglia. Il maestro della parola, quel drammaturgo seicentesco che ha rivoluzionato il canone teatrale, il più grande di tutti i tempi, William Shakespeare, si è fatto carne, respiro, voce in uno spettacolo di raffinato teatro ieri 3 agosto al Chiostro dei Minori Osservanti di Fasano.
Performance conclusiva della residenza shakespeariana di FuTUra nell’ambito della programmazione relativa alla formazione teatrale di Katharà, associazioni in rete per il Teatro Sociale, 4 Shakespeare ha portato in scena una profonda riflessione sull’opera del drammaturgo inglese; con la regia di David Marzi e Teresa Cecere, diciassette attori hanno prestato corpo e anima alle parole più belle di sempre.
Non a caso è stato scelto il Chiostro: il palco si è fatto condivisione; in cerchio il pubblico ha preso parte a un viaggio emotivo vibrante in cui l’essenziale è stato racchiuso nei corpi e nei gesti. Una scenografia scarna, altresì dinamica, ha lasciato che fossero i volti a guidare all’ascolto di verità viscerali. Quattro quadri, quattro temi, due atti: Amore, Potere, Identità e Morte. Otto opere: Macbeth, Amleto, Romeo e Giulietta, Re Lear, Otello, La Tempesta, Riccardo III e Molto rumore per nulla. La fusione dei testi ha reso la narrazione dinamica e sfidante per lo spettatore, attento a ogni battuta; e l’evidente complessità dei testi shakespeariani è stata magistralmente accolta e superata dai diciassette talentuosi attori, provenienti da tutto il territorio nazionale, che nelle scorse settimane hanno condotto un’acuta indagine teatrale sull’autore, guidati sapientemente da David Marzi e Teresa Cecere.
Corpi serpeggianti, voci cristalline, luci, specchi, bastoni… e un fiore, una rosa: in 4 Shakespeare le passioni dell’uomo hanno squarciato un cielo nuvoloso, piovoso, e si sono intrecciati con il grande teatro, quello fatto di sperimentazione, audacia, determinazione. I due registi, infatti, hanno scelto di comunicare attraverso più canali: oltre a quello verbale, di certo importante, preponderanti sono stati quello visivo e gestuale; ieri al Chiostro dei Minori Osservanti sono stati i corpi a parlare in una danza tortuosa che ha usato la voce per esprimere la sofferenza dell’essere umani. Una protagonista su tutti: la donna. Il femminile, la sensualità, il desiderio: i personaggi femminili shakespeariani sono spesso strumenti, sono entità asservite al maschio. In 4 Shakespeare la donna s’è fatta carne, ma anche potere, riscatto, identità. Così, se nei primi quadri era il maschio a dominare, con il procedere dell’indagine la donna – da un balcone, con una luce in mano, davanti allo specchio e infine con un fiore – ha ribaltato lo status quo, rompendo un silenzio che l’ha strangolata per secoli.
L’intenso viaggio nell’opera shakespeariana è stato condotto egregiamente da: Dalia Aly, Giulia Alò, Alex Andreescu, Samuele Antico, Maria Barnaba, Ginevra Ciuni, Giorgia Di Blasio, Sandra Di Gennaro, Raffaele Filipponi, Rebecca Gazzola, Giulia Lenzi, Ginevra Lepri, Alessandra Orlando, Alice Sara, Andrea Senesi, Samuele Sensini e Martina Valli.


