FASANO – Si è chiusa ieri sera, domenica 23 novembre, la fase a concorso del festival teatrale “Di scena a Fasano” con un finale che, com’è giusto che sia in teatro, ha polarizzato il numeroso pubblico del Teatro Sociale. L’ultima opera in scena, “Una tragedia reale” della compagnia FSSL di San Marco Evangelista (CE), ha regalato molte risate, ma soprattutto ha acceso il dibattito sull’uso del linguaggio.

L’opera di Peppino Patroni Griffi, scritta nel 1999, propone una rilettura spietata e grottesca della tragica fine della principessa Diana, avvenuta il 31 agosto 1997, svuotando il dramma nero per sostituirlo con un racconto intriso di gossip, potere e cinismo. Il mito della figura principesca viene così ridimensionato e reso quasi caricaturale.

A dare vigore e, al contempo, a dividere la platea è stata la scelta radicale della compagnia di utilizzare la linguanapoletana. L’uso del vernacolare ha inondato la messinscena di note di colore e di una marcata autoironia, donando un’inaspettata leggerezza a una vicenda che, per sua natura, dovrebbe scivolare nel dramma.

Se da un lato la forza espressiva del dialetto ha conferito un’inedita immediatezza ai dialoghi, svelando in modo incisivo l’altro volto dello spettacolo – quello cupo della manipolazione e dell’ossessione per l’immagine – dall’altro ha spaccato il pubblico di Fasano, chiamandolo a confrontarsi con una sonorità forte, non sempre immediatamente accessibile, ma certamente mai banale.

La trama ruota attorno alla Regina, figura centrale e dominante, che non è animata dal lutto quanto dalla rabbia per le reazioni dei sudditi alla scomparsa dell’ex nuora. Attorno a lei si muovono figure nevralgiche come Molly, la sagace dama di compagnia; il principe ereditario Carlo, appena tornato da Parigi; la principessa Margherita e il pragmatico Primo Ministro Blair, impegnato a gestire un funerale che sia funzionale alla Corona.
La scenografia, volutamente ridimensionata, ha adottato gli specchi come leitmotiv visivo, riflesso della “vanità” e della preoccupazione per l’immagine che anima ogni personaggio in scena, sottolineando il tema della manipolazione mediatica e di corte.

A margine della serata conclusiva, c’è stato spazio anche per una notizia che ha riempito d’orgoglio il Teatro Sociale. Il direttore artistico del festival, Mimmo Capozzi, ha infatti annunciato dal palco che lo spettacolo “Stasera Ovulo” del GAT Peppino Mancini, premiato venerdì 21 novembre al Festival internazionale Teatrale IN_Visibile di Trento, ha fatto una vera e propria incetta di riconoscimenti. Un trionfo che ha visto l’attrice Marianna Mariano aggiudicarsi il premio Miglior attrice del Festival Internazionale In_visibile. La Mariano è stata premiata dal direttore Capozzi stesso sul palco fasanese, in un momento di grande emozione. Al premio individuale si aggiungono i prestigiosi riconoscimenti di Miglior spettacolo, Miglior spettacolo Giuria Giovani, Premio del Pubblico, Miglior allestimento scenico, e il premio Miglior attrice Giuria Giovani. Un successo che proietta il talento locale oltre i confini regionali.

Con questo spettacolo si concludono ufficialmente i sei spettacoli in concorso. L’attesa è ora tutta per la serata di premiazione in programma domenica 30 novembre, che sarà anticipata dallo spettacolo fuori concorso “Tre papà e un bebè” della Compagnia “Quanta brava gente” di Grottaglie (TA).



