ORDINAZIONE DIACONALE
Fasano ha un nuovo diacono: don Mauro Sabino
L'emozionante cerimonia è stata celebrata dal vescovo della diocesi monsignor Domenico Padovano in una Chiesa Matrice colma di fedeli e amici
Foto Annarita Casale
FASANO – Una folla di fedeli e amici ha assistito, ieri sera (lunedì 8 dicembre) nella Chiesa Matrice di Fasano colma in ogni ordine di posto, all'ordinazione diaconale di don Mauro Sabino, 26enne fasanese. La solenne cerimonia è stata presieduta dal vescovo della diocesi di Conversano - Monopoli, Mons. Domenico Padovano. Presenti anche diverse autorità politiche (il presidente del consiglio comunale Gianluca Cisternino, l'assessore Laura De Mola e i consiglieri regionali Fabiano Amati e Antonio Scianaro) oltre ai diversi sacerdoti rappresentanti della Chiesa locale e diocesana e ai giovani del Seminario Maggiore di Molfetta, compagni di corso del giovane. «E' di buon auspicio che Mauro venga ordinato diacono nella festa di colei che si è proclamata serva del Signore – ha esordito monsignor Padovano sottolineando l'importanza della festività dell'Immacolata -. Siamo qui per invocare insieme lo Spirito Santo perché abiliti Mauro ad esercitare il primo gradino dell'ordine sacro».
Diversi i momenti emozionanti della liturgia, Il primo quando l'ordinando è stato presentato da don Lorenzo Cangiulli, educatore del Seminario di Molfetta. «Eccellenza Reverendissima e carissimi fedeli e amici – ha detto – con gioia presento per il ministero diaconale il seminarista Mauro Sabino. E lo faccio a nome della comunità del Seminario regionale pugliese, comunità nella quale in questi 5 anni egli si è formato e ha maturato la sua adesione a Cristo riconoscendo in lui il suo maestro e il suo modello da cui ricevere fiducia e a cui dare fiducia. Ciò lo ha aiutato a fare chiarezza sull'autenticità della chiamata all'ordine sacro e a corrispondere ad essa. Una chiamata, quella di Mauro, che nasce in un vissuto familiare bello ma anche difficile, in cui la presenza di mamma Rosaria che lo ha sempre custodito come bene troppo prezioso, l'esperienza dolorosa della morte di papà Filomeno più di undici anni fa che ha accresciuto in lui il desiderio di un Dio da accogliere come padre e la figura affettuosa e comprensiva di nonna Rosa che gli ha fatto gustare una semplice e tenera devozione alla Vergine Maria. Al tempo stesso questa chiamata si è radicata in un vissuto ecclesiale che ha fatto riferimento prima alla Parrocchia di Sant'Antonio Abate sempre qui a Fasano e poi a questa Parrocchia Matrice. In queste comunità Mauro è stato introdotto alla vita cristiana e sacramentale e ha sperimentato il sostegno e l'aiuto fraterno. Perciò, dopo l'anno propedeutico, è entrato nel Seminario Maggiore per iniziare la sua formazione umana, spirituale e teologica in vista del discernimento definitivo e in preparazione al ministero sacerdotale. Qui ha acquisito un stile di vita in sintonia con le scelte e con gli impegni che questa sera intende assumere. La vita liturgica alla quale ha saputo dare solidità con la preghiera personale, l'esperienza di fraternità, l'amicizia di servizio tra i suoi amici. La formazione pastorale e teologica di questi anni, durante i quali non sono mancati turbamenti e qualche tensione, lo hanno aiutato a prendere in mano la sua vita e a volerla consegnare a Dio. Inoltre il tirocinio pastorale che gradualmente è diventato sempre più coinvolgente per lui. Prima presso la Casa della Divina Provvidenza in Bisceglie e nella Parrocchia di San Pio X a Molfetta. E poi presso la comunità parrocchiale di San Nicola in Mola Di Bari. Ma anche l'attuale presenza presso il Seminario Minore di Conversano gli hanno permesso di gustare e di irrobustirsi nell'appartenenza alla Chiesa che sta imparando a servire con disponibilità, dedizione e gioia. Pertanto, nel confermare l'idoneità di Mauro a questa missione alla quale Dio lo chiama si riconoscono in lui libertà e volontà nell'accogliere responsabilmente la grazia che il Signore tra poco vorrà donargli con l'imposizione delle mani e la preghiera consacratoria per un servizio fruttuoso e autentico alla parola, all'altare, e nei confronti delle tante persone e delle diverse situazioni che provvidenzialmente incontrerà ogni giorno della sua vita».
Dopo di che la parola è passata a monsignor Padovano per l'omelia. «Con l'aiuto di Dio e di Gesù Cristo nostro Salvatore noi scegliamo questo nostro fratello per l'ordine del diaconato – ha detto ai fedeli il vescovo -. Scelto per essere servitore. Umile, disponibile, attento, vigile, disinteressato. Ecco, oggi festa dell'Immacolata, sta per compiersi tra noi un grande mistero. E' difficile comprenderlo a fondo con la mente. Tanto meno descriverlo con le parole. E' un mistero che ci supera perché riguarda Dio. Ha il sigillo delle cose che vengono dall'alto. Ecco, cerchiamo di comprendere almeno qualcosa del mistero che sta per manifestarsi tra noi. Per questa ordinazione diaconale, qui, ora. I protagonisti della celebrazione sono tre: il primo è lo Spirito Santo; il secondo è Mauro; il terzo siamo tutti noi. Il primo protagonista è Dio. Il primo grande protagonista, il più importante, decisivo benché invisibile. Infatti le parole essenziali e costitutive dell'ordinazione, che poi sono il cuore di tutta la celebrazione, saranno un'invocazione allo Spirito Santo. “Ti supplichiamo Signore, infondi in Mauro lo Spirito Santo, che lo fortifichi con i sette doni della tua grazia. Perché compia fedelmente l'opera del ministero. Sia pieno di ogni virtù, sincero nella carità, premuroso verso i poveri, umile nel suo servizio, retto e puro di cuore, vigilante e fedele nello spirito”. Ecco, saranno proprio queste parole rivolte allo Spirito Santo a fare di Mauro un diacono. La parola “diacono” vuol dire servo. Compito del diacono amministrare il battesimo, essere custode e dispensatore dell'Eucaristia, assistere e benedire i matrimoni nel nome della Chiesa, portare il viatico ai moribondi, leggere le Sacre Scritture ai fedeli, istruire ed esortare il popolo. Presiedere al culto, alla preghiera dei fedeli, amministrare i sacramentali, dirigere il rito funebre e il rito della sepoltura. E per fare tutto questo è lo Spirito Santo che deve riempire il cuore di Mauro. E' lo Spirito Santo che deve ricolmarlo dei suoi doni. Sette doni. Che determinano la capacità di credere e amare. E di avere entusiasmo, gioia, volontà di donarsi, capacità di servire, intelligenza creativa, forza ispiratrice. Avverrà in Mauro ciò che è avvenuto per Maria: “Lo Spirito Santo scenderà su di te. Su di te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo”. E Mauro sarà al servizio del Regno di Dio. Il secondo protagonista dopo lo Spirito Santo è lui: Mauro. Si presenta alla comunità con tutto se stesso, col suo passato, con la sua storia personale, coi doni che possiede e che la Chiesa gli ha riconosciuto. Tra poco Mauro sarà chiamato a rispondere affermativamente per sette volte. Quasi ad indicare che ai sette doni dello Spirito Santo deve corrispondere da parte sua una pienezza di impegno, di assenso. Dirà si per l'impegno al celibato. Dirà si per la volontà di assumere gli impegni del ministero diaconale. Dirà si per l'esecuzione del servizio nell'umiltà e nell'amore, in aiuto all'ordine sacerdotale. Dirà si per custodire le fede e annunciarla con la parola e con le opere. Si allo spirito di preghiera e alla liturgia delle ore. Si a confermare la propria vita all'esempio di Cristo eucaristico. Si al filiale rispetto e obbedienza al vescovo. Sarebbe temerario, sarebbe presuntuoso da parte di Mauro impegnarsi per il proprio futuro senza la grazia dello Spirito Santo. E' lo Spirito Santo che muove a consacrarsi a Dio e alla Chiesa. Come Maria ha detto si all'Angelo così Mauro, davanti a noi che rappresentiamo la Chiesa, dirà il suo si. Per tutta la vita. Il terzo protagonista è la comunità. Siamo tutti noi. Io vescovo, i responsabili della sua formazione in Seminario, i sacerdoti, i diaconi, i suoi parenti, la Confraternita del Rosario (a cui il giovane diacono appartiene, ndr), la parrocchia e tutti voi che avete seguito Mauro con la preghiera e con l'amicizia. Ecco, a tutti va la riconoscenza del vescovo e della diocesi. “Come è possibile questo?” è l'interrogativo di Maria davanti alla proposta dell'Angelo. Come è possibile che nel mondo ci sia una simile generosità, una tale disponibilità. Come è possibile che in mezzo a tanto egoismo, a tanta paura per sacrificarsi per gli altri ci sia tanto dono di se? Oggi che si è tanto restii ad impegnarsi per sempre, oggi che c'è tanta infedeltà ai legami contratti, c'è chi si impegna totalmente, senza riserve, per tutta la vita. Come è possibile che questo avvenga? La risposta è la stessa che ha ricevuto Maria dall'Angelo: “Nulla è impossibile a Dio”. Ciò che ora si compie, qui, tra noi, non dipende dalle forze umane. E' opera di Dio. E' opera dello Spirito. Il progetto umano di Mauro è preso ed è assunto dallo spirito di Dio diventando progetto di Dio sulla sua vita. Si, Mauro diventa strumento dello Spirito Santo. Diventa persona nella quale parla e serve lo Spirito di Dio. Mauro è chiamato a servire. Soprattutto i poveri, i sofferenti, i malati, i bisognosi. Ecco, grande è il dono che si sta compiendo qui tra noi. Grande è l'opera di Dio che inserisce Mauro nella storia della nostra diocesi e dei suoi servitori fedeli. Uniamoci tutti in preghiera per sostenere Mauro. La potenza dello Spirito ci riempia di gioia e di entusiasmo e ci permetta di guardare al prossimo Natale come a un impegno di speranza, per tutta l'umanità. E Maria, serva del Signore, ammetta Mauro alla scuola di quel diaconato permanente di cui lei è stata impareggiabile maestra».
Dopo la presentazione dell'ordinando e l'omelia, l'eletto ha risposto alle interrogazioni del vescovo per poi prostrarsi supino dinanzi a lui durante le preghiere del popolo. Attraverso il rito dell'imposizione delle mani sul capo egli ha ricevuto il diaconato, primo grado dell'Ordine sacro della Chiesa Cristiana, tappa antecedente il sacerdozio. Il cerimoniale si è concluso con il rito della vestizione degli abiti diaconali e la consegna del Libro dei Vangeli oltre al saluto portato dallo stesso giovane fasanese. «”Le stelle hanno brillato nei loro posti di guardia e hanno gioito; egli le ha chiamate ed hanno risposto: Eccoci; e hanno brillato di gioia per colui che le ha create”. Carissimi, è con queste parole del profeta Baruc che desidero elevare al Signore il mio ringraziamento – sono state le prime parole di don Mauro Sabino -. Tante sono le stelle nel cielo e nessuno può contarle. Mi piace pensare col profeta che al momento della creazione ciascuna di loro sia stata chiamata e abbia risposto al Signore. Di questa parola è piena la storia della salvezza. Tanti eccomi quanti siamo noi, innumerevoli come le stelle del cielo. Stasera anche il mio “eccomi” si accende nel cielo e brilla di trepidazione e di gioia. La gioia di sentirmi cercato da Dio, chiamato, accolto in tutto e per tutto. In una parola sola: la gioia di sentirmi amato. Il grazie che dico a Dio per il dono ricevuto si riempie di un'emozione grande. Oggi mi guardo indietro e rileggendo tutta la mia esistenza alla luce del disegno del Padre gli contemplo la sua impronta. Come è nel suo stile egli non fa mai nulla da solo. E anche per realizzare questa storia si è servito dell'aiuto di tanti collaboratori. Ringraziare tutti sarebbe impossibile. Innanzi tutto mi rivolgo con gratitudine a Lei, Eccellenza Reverendissima, perché mi sostiene con la sua preghiera e con la sua fiducia. Grazie a te, cara mamma. Oggi gioisci con me di questa piccola tappa, frutto di tanti sacrifici. Grazie per il dono della vita e per tutto l'amore che mi porti. Grazie anche a te, caro Priore. Tu mi hai accolto con tanta premura in questa comunità. E con te ho mosso i primi passi del mio cammino di formazione. Tanto mi hai donato. Il Signore ti benedica. Il mio grazie va anche agli educatori del Seminario Regionale di Molfetta, stasera rappresentati da voi, cari don Giovanni, don Lorenzo e don Giuseppe. Con il vostro aiuto e le vostre sollecitazioni ho potuto conoscere di più me stesso e il Signore e se oggi sono qui è anche merito vostro. Un saluto particolare va alle autorità civili qui presenti che mi onorano della loro presenza. Permettetemi un saluto agli anziani che ci ascoltano alla radio e agli ammalati. Loro non possono vederci ma possono sentirci. Le vostre preghiere per la nostra comunità oggi vedono realizzata un'altra piccola meraviglia. Un caro saluto anche a voi, cari amici e fratelli di corso. Il mio pensiero in quest'ora a Tony e Francesco che nella cattedrale di Brindisi, questa sera, accolgono come me il dono dell'ordine sacro del diaconato. Insieme abbiamo condiviso sette anni di vita comune che difficilmente potrò dimenticare. Il mio pensiero va anche a voi, cari seminaristi e teologi del Seminario regionale. Grazie per il vostro continuo sostegno e per la vostra amicizia. Saluto anche la comunità del Seminario Minore presso la quale da quest'anno presto il mio servizio. Grazie don Roberto, perché in questa nuova tappa del ministero iniziata insieme abbiamo potuto stringere ancora di più la fraternità che ci lega da un po' di anni. Grazie a te, caro don Sandro e cari ragazzi, con voi muovo i miei primi passi del ministero. Preghiamo a vicenda gli uni per gli altri. A voi carissimi amici della comunità parrocchiale San Nicola di Mola di Bari, in particolare a voi, carissimo don Mimì e caro don Mario. Dico grazie per la vostra amicizia così affabile e accogliente che neanche stasera si è smentita. Anche se l'esperienza del tirocinio pastorale si è conclusa io rimango uno di voi. In voi ringrazio tutte quelle persone che nella mia vita, direttamente o indirettamente, sono stati collaboratori di Dio alla realizzazione della mia vocazione. In modo speciale anche alle Confraternite che tanto hanno fatto e continuano a fare per me. A tutti ho da dire un grande grazie. In tutto questo leggo l'impronta del Creatore che ha guardato a me. Che ha sognato la mia vita, l'ha realizzata e pian piano, tra infedeltà e piccole conquiste, l'ha porta a compimento per vie che solo lui conosce. Davvero grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente. Seguire il Signore non è soltanto pronunciare un “eccomi” ma accettarne lo stile di vita e consegnarsi a lui. So bene come questo abbandono non sia automatico. In alcuni casi potrebbe rivelarsi difficile. Ma per questo confido in lui e nella forza del suo amore perché mi plasmi e renda il mio cuore capace di tale offerta. Ritorno all'immagine iniziale. Per guardare le stelle è necessario levare in alto lo sguardo. Chissà quante volte ci siamo fermati ad osservarle. Stasera voglio guardare con voi verso la parte più alta di questo tempio e contemplare la stella che oggi brilla di una luce tutta particolare: Maria. I nostri padri l'hanno voluta lassù come patrona dolcissima della nostra città. In alto, come le stelle. Non perché sia lontana da noi ma semplicemente perché noi potessimo subito trovarla e perché da lassù lei potesse seguirci con lo sguardo. Una stella particolare, questa, che si fa guardare e che allo stesso tempo ti guarda. Ci pare di udirla la voce di san Bernardo che dice “guarda la stella e invoca Maria”. Tante cose vorrei dire ma sarebbe difficile mettere insieme i sentimenti. Prendo in prestito le parole del martire della Chiesa ortodossa Florenskij il quale contemplando l'icona della Madonna della Tenerezza scrive: “la tristezza dei suoi occhi stellati mi si è impressa nel cuore. Mi immergo nei suoi occhi e lei nei miei. Mi guarda colei che ha riunito cielo e terra. A questi occhi materni è dato in sorte di piangere e gioire per noi fino all'ultimo giorno”. Sapere che qualcuno è sempre presente nella mia vita mi dà la certezza di non essere mai da solo ed è per questo che ora il mio ringraziamento si fa preghiera: “Benedico il Signore per te Vergine Santa. Perché nulla arresta lo slancio del tuo cuore materno. Perché fedele al comando del tuo Signore non cessi un istante di vegliare sul mio cammino. Perché il tuo sguardo sa subito trovare il mio cuore, perché ne conosci il linguaggio e tante volte mi aiuti ad intonare il Magnificat facendo sgorgare le lacrime accumulate. Seguendo te non posso smarrirmi. Pregando te non posso disperare. Pensando a te non posso sbagliare. Se tu mi sorreggi non cado. Se tu mi proteggi non cedo alla paura. Se tu mi guidi non mi stancherò di camminare. Se tu mi sarai propizia raggiungerò la meta. Questo ti chiedo, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria”».
di Alfonso Spagnulo
09/12/2014 alle 02:52:45
Leggi anche:
_0.jpg)
Taglio su misura + piega gloss a soli € 20
Eligio Parrucchieri ti invita a conoscere i suoi prodotti.

Stazione di servizio Q8 Cacucci
Carburanti e servizi
Efficienza e puntualità nei servizi e prodotti offerti alla clientela