CONFLITTO RUSSO-UCRAINO
La città di Fasano in Piazza per dire 'No alla guerra, si alla pace!'
La manifestazione, svoltasi ieri sera in Piazza Ciaia e promossa dall'Amministrazione Comunale, ha mostrato vicinanza e solidarietà al popolo ucraino.

FASANO - La città di Fasano è scesa ieri, mercoledì 2 marzo, in Piazza Ciaia per urlare il proprio fermo e convinto “No” alla guerra e per mostrare vicinanza e solidarietà al popolo ucraino, duramente colpito dall'invasione russa. Una Piazza Ciaia sommersa da molti fasanesi di tutte le età: dai più piccoli agli studenti degli istituti superiori e universitari, ai docenti, volontari di associazioni, rappresentanti della locale Chiesa, artigiani, commercianti e promotori di pace.
«L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo». Così, citando l'articolo 11 della Costituzione Italiana, il Primo Cittadino Francesco Zaccaria ha salutato i tanti concittadini presenti: «È sempre difficile trovare le parole giuste per parlare di Pace e di Guerra, ma ho voluto leggere l'articolo 11 della Costituzione, della più bella Costituzione del mondo, per ricordare che l'Italia già quasi 100 anni fa ha normato e inserito, nella regola fondamentale che disciplina la vita del nostro Stato, il rapporto tra noi e la guerra. È un rapporto che non deve assolutamente esistere e che in passato abbiamo vissuto sulla nostra pelle. Se oggi possiamo essere qui a manifestare liberamente per la pace lo dobbiamo a chi, tanti anni fa, ha perso la vita per garantire a noi la pace […] Molti dicono che le manifestazioni per la Pace non servono a nulla: un Sindaco può ben poco rispetto ad un evento così enorme come la Guerra. Noi riteniamo, invece, che questa Piazza così gremita possa aggiungere un tassello alla riflessione che tutto il mondo sta vivendo in un momento così assurdo e tragico. Ciascuno di noi può e deve battersi per costruire il pensiero alla base del mondo che vogliamo vivere».
«Papa Francesco ha proposto un digiuno, che per noi dovrebbe essere il digiuno dell'ipocrisia e delle parole vuote – ha affermato don Sandro Ramirez, Priore della città di Fasano – Negli anni Settanta abbiamo vissuto il tempo brutto del terrorismo. Di uomini armati che in nome di una scellerata ideologia si sono messi contro la gente e contro lo Stato, però almeno avevano un ideale. C'erano, però, altri che dicevano in maniera ipocrita “Né con lo Stato né con le Brigate Rosse” e sono questi cattivi maestri che dobbiamo evitare. Chi è per la pace prende posizione! Caino e Abele ancora oggi si fanno la guerra: Russia e Ucraina sono popoli fratelli. Ma non dobbiamo confondere Caino con Abele: Caino è l'Assassino e Abele l'ucciso; Caino è l'oppressore e Abele l'oppresso. E noi non stiamo con l'uno o con l'altro! Noi, popolo della Pace, stiamo dal lato degli oppressi».
Un coro che all'unisono - partendo dai cuori di bambini, giovani e adulti e dalle note del duo Loredana Carparelli - Giacomo Bagorda - si alza al cielo per testimoniare il proprio dissenso nei confronti dell'assurdo conflitto Russo-Ucraino. Uno scontro che nasce all'interno dell'Europa e al confine dell'Unione Europea, in uno Stato Sovrano che da un lato si riconosce nella comunità fondata all'indomani del Secondo Conflitto Mondiale e che dall'altro continua a chiederne l'annessione. Una guerra mossa da motivazioni fragili, troppo volubili e talvolta prive di senso, di cui a pagarne il conto sono soprattutto i civili.
In molti credevano che i Paesi Sviluppati avessero ormai compreso a pieno l'importanza di vivere nella Pace e di non scatenare lotte e ostilità tra Stati (Almeno tra Stati confinanti, vista l'intromissione degli stessi in innumerevoli altri fronti ndr), ma evidentemente non è stato così. Per chi è nato e cresciuto all'indomani del 1991 – quando vi fu la dissoluzione dell'Unione Sovietica ad opera del Presidente della URSS Gorbacev – e sotto l'ala protettiva dell'Unione Europea mai avrebbe potuto immaginare di ritrovarsi in un clima di incertezza e crisi causata da atti bellici.
Del resto, come già affermava il fondatore di Emergency Gino Strada: «Ogni guerra ha una costante: il 90% delle vittime sono civili, persone che non hanno mai imbracciato un fucile. Che non sanno neanche perché gli arriva in testa una bomba. Le guerre vengono dichiarate dai ricchi e potenti, che poi ci mandano a morire i figli dei poveri».
di Mattia Arconzo
03/03/2022 alle 07:08:15
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